Forzieri pieni di monete d’oro e gioielli rubati dalle navi, soprattutto portoghesi e olandesi, che solcavano l’Oceano Indiano tra il ‘600 e il ‘700: questo avrebbero nascosto i pirati delle Seychelles tra Mahè e Praslin.

Che le Seychelles fossero un covo di bucanieri lo dimostrano i nomi dei luoghi, in particolare Anse Forban (che vuol dire Cala dei Pirati) a Mahè, e la Cote d’Or a Praslin. Il più famoso tra i corsari delle Seychelles era il francese Olivier Levasseur, meglio conosciuto come La Buse (La Poiana), forse per il suo profilo aquilino e sicuramente per la rapidità e precisione con cui attaccava e depredava vascelli e mercantili. Prima di morire nel 1730, impiccato a La Reunion per le sue scorribande, La Buse avrebbe lasciato una mappa del tesoro, o meglio una serie di crittogrammi che indicherebbero il luogo dove sono sepolte le sue ricchezze.

C’è chi cerca l’oro dei pirati delle Seychelles da quasi 70 anni (la famiglia Cruise-Wilkins, prima il padre e poi il figlio) e chi a La Buse ha dedicato un ristorante di cucina creola. Il pirata La Buse depredò nel 1721 la Virgem do Cabo, ammiraglia della flotta portoghese proveniente da Goa. A bordo vi erano casse piene di lingotti d’oro e d’argento, perle e diamanti, e la sfavillante Croce di Goa, con incastonati un diamante, un rubino e uno smeraldo di inestimabile valore (arredo sacro dal peso ragguardevole, tanto che si racconta che servirono tre uomini per caricarla a bordo del veliero pirata).

Forziere tesoro dei pirati, Anse Takamaka, Mahè, Seychelles

Dopo l’impiccagione del filibustiere, nessuno mai ritrovò il suo tesoro, che le leggende vogliono sepolto a Bel Ombre, spiaggia settentrionale dell’isola di Mahè. Ed è qui che il cacciatore di tesori John Cruise-Wilkins, ottenuta da poco l’autorizzazione dalle autorità delle Seychelles, sta di nuovo scavando, certo che l’oro di La Buse sia lì, da qualche parte.

A Praslin invece c’è chi ha già trovato il tesoro dei pirati delle Seychelles. Il fascino delle loro avventure rocambolesche è entrato nei piatti del ristorante La Buse e in un “sentiero dei pirati“, il National Heritage Treasure Trail. Il percorso si snoda lungo Anse Takamaka, di fronte a Baie Sainte-Anne. L’attuale proprietario dell’hotel che si affaccia su Anse Takamaka ha ritrovato alcuni cimeli che si stima risalenti proprio al ‘700, tra cui una palla di cannone e, come nella migliore tradizione della pirateria, una bottiglia di rum. Ma si vocifera che il precedente proprietario avesse trovato addirittura un forziere, il cui contenuto è un segreto ben custodito.

Anche la terza delle Inner Islands, La Digue, vanta le sue storie sui pirati delle Seychelles. All’interno della Union Estate, a due passi dalla spettacolare Anse Source d’Argent, vi è un antico cimitero. Una targa spiega che le tombe sono quelle dei membri della famiglia Mellon, una delle prime a insediarsi nell’arcipelago. Ma qualcuno sostiene che qui sono sepolti alcuni dei corsari che infestavano l’Oceano Indiano nel Settecento.

Quello che è certo è che in un viaggio alle Seychelles (magari sfruttando la nostra offerta di agosto) troverete tradizione e divertimento, relax e cultura, paesaggi incantevoli e calorosa accoglienza: un vero tesoro, prezioso quanto quello dei pirati delle Seychelles.