Continua il nostro viaggio alla scoperta della Cordillera filippina! Nel precedente articolo vi abbiamo parlato di Banaue e delle sue risaie patrimonio UNESCO… oggi vogliamo invece farvi conoscere la località montana di Sagada con le sue “hanging coffins” (letteralmente “bare appese”), assieme all’ultima tappa del nostro tour di Luzon: Baguio, la cosiddetta “capitale d’estate” delle Filippine.

Diario di Viaggio: Giorno 2 – pomeriggio

Assaporiamo il nostro pranzo al sacco, mentre i tornanti si accavallano sulla strada montana che dalla regione Ifugao ci porta verso Bontoc. Arriviamo a Sagada nel pomeriggio: una leggera pioggia ci ha accompagnato lungo il tragitto, ma ora è tornato a splendere il sole dietro alle nuvole. Una nebbiolina leggera – ultimo segnale della pioggia ormai passata – sale dalla vallata fino al limitare del paese.

Raggiungiamo la sistemazione che ci ospiterà stanotte: la semplice ma accogliente guest house Masferre Inn. Sagada è un centro turistico molto conosciuto per il turismo locale, e molto meno per i viaggiatori stranieri: ecco perché qui non esistono hotel o resort, ma solamente sistemazioni di tipo famigliare, con servizi essenziali. I filippini la considerano una sorta di “prova di coraggio”, una località dove fuggire dalla quotidianità di Manila e vivere avventure indimenticabili. Il mito di Sagada come “destinazione dell’avventura” è così radicato che le bancarelle lungo la strada vendono magliette con scritto “I visited Sagada and survived” (“ho visitato Sagada e sono sopravvissuto”) – indossate da numerosi filippini, e da qualche coreano qui e lì.

Trascorriamo il pomeriggio passeggiando tranquilli tra le stradine del paese: purtroppo la pioggia della mattina ha reso scivolosi i percorsi di trekking ed è meglio aspettare l’indomani per cominciare l’avventura. Eppure il centro di Sagada ci riserva comunque piacevoli sorprese: è ricolma di negozietti che vendono prodotti tessuti a mano di ottima qualità, caffetterie di dolci (lemon pie, pasticcini alle fragole etc) e ristoranti accoglienti. La vallata attorno a Sagada, così come una buona parte della regione della Cordillera, è famosa per i suoi prodotti agricoli. Qui non crescono solo alimenti per noi “esotici” come riso, caffé, banane, mango e ananas; al mercato troviamo infatti anche prodotti molto più vicini alla nostra cultura, come fragole, zucchine, limoni, vari tipi di cavoli e broccoli, fagiolini, carote e patate.

Tra tutti gli edifici, però, uno colpisce particolarmente la nostra attenzione. Sarà forse il cartello colorato, o l’arredamento particolare, o ancora la menzione d’onore che la nostra guida ha riservato a questo locale durante il tragitto per arrivare a Sagada… Il risultato è che per questo pomeriggio sappiamo dove fare merenda.

Capiamo perché la nostra guida ci avesse consigliato di provare la Yoghurt House di Sagada non appena arriva al tavolo la nostra ordinazione. Lo yogurt naturale preparato a mano ha un sapore buonissimo, arricchito da miele e noci locali. La yogurteria offre anche vari tipi di dolci e biscotti, oltre a insalate e piatti caldi a base di carne. Il tempo passa veloce e nemmeno ci accorgiamo che il sole è già scivolato pigramente dietro l’orizzonte ed è tempo di tornare alla nostra Inn per la notte… pronti per una nuova giornata!

Giorno 3

Oggi ci aspetta finalmente la visita alle famose “hanging coffins” di Sagada, la principale attrazione della zona, lievemente macabra ma nondimeno affascinante. Si tratta infatti di una tradizione molto antica, che accomuna le Filippine e la Cina. L’idea di appendere le sepolture dei propri cari alla montagna serve non solo a preservare il corpo da eventuali bestie o altri pericoli, ma porta anche i defunti più vicino al cielo.

La guida locale ci accompagna lungo un sentiero che scende lungo il versante della vallata, fino al sito più famoso e fotografato. Mentre camminiamo ci spiega alcune curiosità su questa particolare ritualità funebre. Per esempio, ci racconta come sia l’anziano stesso che si costruisce da solo una bara personalizzata, dove poi la famiglia lo deporrà una volta morto. Anche la modalità di tumulazione merita qualche parola in più: infatti il defunto viene seduto su una sedia in legno (le potete vedere qui nella foto, appese assieme alle bare dei loro possessori), le braccia e le gambe legate assieme da corde, e avvolto in una stoffa. Viene poi trasportato dai famigliari fino al sito di sepoltura prescelto, mentre tutti “fanno a gara” per farsi aspergere dai fluidi corporei: qui a Sagada credono infatti che porti molta fortuna. La bara viene infine issata fino al suo posto sulla montagna, e dopo un breve saluto nessun familiare salirà più a porgere omaggio al defunto.

Le “hanging coffins” di Sagada sono sinonimo di silenzio ed eterna solitudine; ecco perché oggi quasi tutti gli anziani, d’accordo con i loro familiari più giovani, scelgono una sepoltura più tradizionale al cimitero cristiano: in questo modo diventa più facile per la famiglia andare a rendere omaggio ai propri cari. L’ultima bara è stata appesa nel 1992, lasciando questa tradizione così particolare a scomparire lentamente.

Prima della partenza alla volta di Baguio, abbiamo ancora tempo per visitare un secondo sito di sepoltura, meno conosciuto a livello internazionale ma più popolare tra i locali. Si tratta della grotta di Lumiang, primo punto dall’accesso per escursioni speleologiche, le famose “avventure di Sagada”. Accompagnati da una guida del posto, i filippini e anche molti orientali scelgono di avventurarsi nel cuore delle montagne, su di un percorso che si snoda per circa 2 ore tra passaggi incavati e piscine naturali, fino all’uscita presso l’altrettanto conosciuta grotta di Sumaguing.

Purtroppo non c’è né il tempo e nemmeno la forma fisica necessaria per lanciarsi in questa avventura, quindi ci limitiamo ad osservare i gruppi di giovani e meno giovani che, armati solamente di torce e di una lampada a gas, scivolano silenziosi tra le bare per cominciare la loro avventura speleologica.

Salutiamo Sagada e le sue strane tradizioni e avventure; la strada porta verso sud, tra campi coltivati e foreste di felci e conifere. Dopo circa quattro ore di viaggio raggiungiamo l’ultima tappa del nostro tour: è Baguio City, fondata dagli spagnoli come località montana di villeggiatura e oggi molto famosa per la sua università.

Baguio viene affettuosamente chiamata dai filippini “la Capitale d’estate“, e contrapposta a Manila. Durante i mesi estivi, infatti, qui i monsoni arrivano con minore intensità, mantenendo tendenzialmente un clima temperato senza l’afa della capitale, e con minori precipitazioni. Ecco perché la città è stata scelta da numerosi universitari coreani, giapponesi e cinesi, che vengono qui a perfezionare il loro inglese. Nelle Filippine l’educazione è infatti molto economica e di ottimo livello, soprattutto per gli orientali che hanno spesso difficoltà a trovare buoni insegnanti di inglese nei loro Paesi.

Qui sorge anche il mercato più grande delle Filippineaperto 24 ore al giorno. Colori e profumi si susseguono lungo le vie adibite ad accogliere le bancherelle: compriamo qualche fragola (assaggiarle è d’obbligo!), del buon caffè e l’immancabile mango, orgoglio del paese.

Tra un acquisto e l’altro, il tempo scorre veloce: è arrivato ormai tempo di salutare la guida locale, che ci lascia alla fine del nostro tour, e accomodarci per l’ultima notte nella Cordillera. All’indomani ripartiremo per raggiungere Clark (ma è possibile concludere il tour anche a Manila), pronti a continuare il nostro viaggio alla scoperta delle Filippine. Ci attendono coralli e spiaggia, ma anche natura e tradizione, in pieno stile filippino!