Un viaggio nell’Impero del Sol Levante, magari proprio per trascorrere il Capodanno in Giappone, può essere un’occasione per apprezzare la sconvolgente modernità di questo Paese, ma anche per scoprirne gli antichi riti. Ve ne proponiamo due: la Cerimonia del Tè, che si svolge praticamente in tutto il Paese e durante tutto l’anno, e lo Zaido, che invece è un particolare rituale che viene compiuto esclusivamente a Capodanno e solo nella prefettura di Akita.
- La Cerimonia del Tè (Cha no yu): è il rito giapponese più famoso, diffuso in tutta la nazione. Il forte legame con la filosofia zen e la ritualità lenta e precisa, la rendono una perfetta pratica di meditazione. Ma anche una possibilità in più, per il turista, di conoscere il Sol Levante. Ogni aspetto di questa cerimonia è legato alle tradizioni e alla storia del Giappone, a partire dallo stesso tè. Si racconta infatti che la pianta del tè sia stata creata grazie al monaco buddista Bodhidharma. Questi, per non addormentarsi durante le lunghe ore di meditazione, si sarebbe strappato le palpebre, sì da impedire ai propri occhi di chiudersi. Proprio dalle palpebre strappate e cadute a terra, sarebbe germinata la Camelia Sinensis, dalle cui foglie, opportunamente lavorate, si ricavano i sei tipi base di tè. La Cerimonia del tè nasce nei monasteri buddisti, dove il tè era usato per restare svegli durante gli interminabili riti religiosi. Per il Cha no yu, infatti, si usano le foglie polverizzate che, mescolate all’acqua con l’apposito frullino di bambù (chasen), restano in sospensione e vengono quindi bevute insieme all’acqua. La bevanda che si ottiene ha pertanto un forte effetto eccitante.
La Cerimonia si diffuse poi tra gli aristocratici e tra i samurai, fino a diventare uno degli antichi riti giapponesi più conosciuti, dal grande potere evocativo. - Lo Zaido: è un rituale ancora più antico, databile intorno al 700. Si tratta di una cerimonia tra le più suggestive per festeggiare il Capodanno in Giappone. Si svolge nella prefettura di Akita, nella regione di Tohoku, il 2 di gennaio di ogni anno e dura un giorno intero, dall’alba al tramonto. Durante questo giorno i danzatori sacri, sia adulti che bambini, si alternano in danze e preghiere, affinché il nuovo anno inizi sotto i migliori auspici. Il tutto in un clima rigido, con la neve che imbianca gli alberi spogli e solo i costumi e le calzature tradizionali a proteggere i partecipanti dal gelo dell’inverno. A ogni anno che passa diventa sempre più difficile trovare officianti per questa cerimonia, soprattutto tra i giovani. Chi compie le danze sacre deve infatti prepararsi a dovere, per imparare alla perfezione formule, passi e orazioni. Ma anche purificarsi spiritualmente, attraverso digiuni e rinunce (quali quella dalla carne o dagli alcolici), con uno spirito di devozione e sacrificio che ricorda i fieri samurai. Il Capodanno in Giappone è la festa più sentita e questa cerimonia ne è una delle espressioni più ricche di fascino e poesia.